Tassa rifiuti: come scoprire se hai diritto al rimborso

Da qualche settimana è ormai scoppiato il caos Tari.

Si è scoperto che molti Comuni hanno gonfiato la quota variabile dell’imposta, aumentando considerevolmente il costo per i contribuenti. Come si può scoprire se quanto pagato è la quota legittima o gonfiata?

Com’è possibile riscontrare l’errore nel calcolo?
La prima cosa da fare è recuperare il regolamento dedicato alle pertinenze della Tari. Se il Comune prevede di applicare una sola quota variabile per tutto l’immobile allora quanto corrisposto dovrebbe corrispondere a quanto effettivamente dovuto. In caso contrario si aprirebbe la strada del rimborso.
Un’ulteriore verifica può essere fatta leggendo con attenzione la propria bolletta che riporta la voce “dettaglio degli immobili“. Qui è possibile verificare il dettaglio della quota fissa (costo al m2 da moltiplicare per i metri della superficie della casa e delle pertinenze), la seconda è un’aggiunta che dipende solo dal numero di occupanti.
Una volta verificato di aver pagato più di quanto dovuto, si può richiedere il  rimborso. L’istanza di rimborso deve essere proposta, a norma dell’art. 1, comma 164, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, entro il termine di cinque anni dal giorno del versamento e deve contenere tutti i dati necessari a identificare il contribuente, l’importo versato e i dati identificativi della pertinenza che è stata computata erroneamente nel calcolo della Tari.

Fonte articolo: idealista.it

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